Hippeastrum e Amaryllis: facciamo chiarezza

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Foto di un Hippeastrum:  gli Amaryllis aprono i fiori tutti verso il sole

 

Una questione che va avanti da sempre: Hippeastrum e Amaryllis sono la stessa pianta? Sono poche le piante che hanno una storia relativa all’ attribuzione della nomenclatura botanica così complessa come per l’Amaryllis. Cerchiamo di fare chiarezza. In particolare sotto il periodo natalizio è senz’altro capitato a molti di trovare in vendita gli “Amaryllis natalizi”, ma in realtà si tratta davvero di Amaryllis o queste piante sono Hippeastrum ibridi che, per errore o per comodità di vendita, vengono denominati Amaryllis anche da fioristi stessi?

Certo un semplice nome errato non può senza dubbio recare danno alcuno, ma le due tipologie di piante hanno esigenze completamente diverse tra loro e dunque, al di la di quello che può essere una sorta di nome commerciale, è doveroso conoscere l’esatto tipo di pianta onde prendercene cura come ogni pianta merita.

 L’Amaryllis

Foto Amaryliss

Amaryliss Rosa – Grazie ad Angelo Porcelli

Dunque, l’ Amaryllis, importata in Europa nella metà del 600 da navigatori portoghesi, è una pianta bulbosa di origine sudafricana. Ha un habitat mediterraneo, che vuole un’estate secca e un inverno piovoso, un clima come quello che si trova nella nostra parte sud dell’Italia, una zona dove l’Amaryllis si è ambientata  perfettamente.

L’ inizio del ciclo vegetativo dell’ Amaryllis è durante l’autunno quando crescono le prime foglie che crescono durante tutto l’inverno e che appassiscono ad inizio della stagione estiva. Durante l’estate l’Amaryllis è  spoglia e così resta fino a circa la metà di Agosto quando inizia a comparire lo stelo fiorale, un processo che dura fino a tutto Settembre.

I fiori dell’Amaryllis si distinguono per il profumo, sorgono sullo stelo da  8-16 sono generalmente di colore è rosa con la gola più chiara, ma possono essere di altre tonalità dal bianco al rosa scuro, si aprono tutti dallo stesso lato,quello esposto al sole. Quando vengono impollinati producono i semi delle perle di un centimetro circa,  che sono carnosi di un colore bianco tendente al rosa.

L’errore della nomenclatura

Per sbaglio quando la tassonomia botanica muoveva i suoi primi passi con Linneo, alcune specie non correlate di bulbose che provenivano Sud America vennero descritte, con la specie sudafricana Amaryllis belladonna, come Amaryllis. In realtà non erano Amaryllis ma Hippeastrum.

La confusione tassonomica tra Amaryllis (Sudafrica) e Hippeastrum (Centro e Sud America) è generalmente nota agli appassionati di giardinaggio ma nonostante ciò per motivi ignoti si continuano a chiamare Amaryllis gli hippeastrum ibridi. C’è chi dice per la semplicità di pronuncia, chi perché i  nome amaryllis suona è ormai così radicato che sarebbe complicato spiegare a tutti la differenza.

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l’Hippeastrum generalmente viene coltivato in vaso

L’Hippeastrum

Lo sbaglio solo con il tempo venne alla luce ma la denominazione Amaryllis è rimasta  per distinguere le specie del genere Hippeastrum. Dall’ibridazione di alcune di queste sono nati gli Hippeastrum ibridi olandesi, che hanno quindi ereditato il nome improprio nome. Gli Hippeastrum ibridi hanno un ciclo vegetativo che inizia nella tarda primavera con l’emissione dello scapo fiorale e subito dopo dopo delle foglie.

I fiori dell’Hippeastrum generalmente sono 4 per stelo, a sezione cava e disposti a croce, non hanno profumo se non in rari casi. Se impollinati producono dei semi piatti di circa 1-2 cm, di consistenza cartacea di un colore sul nero. Le foglie spuntano dopo la fioritura e crescono per tutta la stagione estiva per poi appassire durante l’inverno. Se il clima non è troppo rigido gli Hippeastrum coltivati in vaso, adeguatamente protetti, possono rimanere sempreverdi.

Gli Hippeastrum ibridi producono fiori di diversi colori, dal bianco al rosso scuro al bianco, al giallo, al rosa ci sono diverse specie bicolori, screziate anche  a strisce La coltivazione di queste bulbose è molto facile.

Differenze di coltivazione tra Amaryllis e Hippeastrum

La coltivazione del l’Amaryllis belladonna avviene generalmente in piena terra, in una buona terra di campo, sabbiosa o argillosa l’importante è che sia drenante, con poca sostanza organica e ph alcalino. Il terreno deve essere in posizione soleggiata e deve essere lasciato indisturbato per molti anni. Dopo il  trapianto la fioritura generalmente salta il primo anno.

L’Amaryllis belladonna cresce tranquillamente in tutta l’Italia centro meridionale, ma si può coltivare con successo anche nei climi del nord Italia ovviamente con qualche piccolo accorgimento (piantumazione piuttosto profonda dei bulbi, alla base di un muro rivolto a sud, occasionale pacciamatura con foglie secche o paglia nel periodo più freddo) In caso di forti gelate prolungatele foglie possono subire danni, ma in primavera si assiste alla ricrescita e la fioritura non viene compromessa. Non richiede innaffiatura e questo è un gran pregio, soprattutto dove l’acqua scarseggia

Gli Hippeastrum ibridi generalmente vengono coltivati in vaso, con forzatura per fiorire nei mesi invernali, ma il loro periodo naturale di fioritura è la tarda primavera. Molti degli ibridi più vecchi sono coltivabili in piena terra nell’Italia meridionale, ma il classico giglio rosso delle nostre nonne, Hippeastrum x johnsonii sembra essere rustico in zona .

Preferiscono substrati ricchi di sostanza organica, in quanto le specie progenitrici crescono generalmente in foreste. Il successo commerciale degli Hippeastrum ibridi sta nel fatto che la fioritura non è compromessa dal trapianto e i bulbi possono fiorire anche in acqua. Questo li ha resi popolari fra i neofiti che si avvicinano al giardinaggio.

Tuttavia per far si che la pianta fiorisca l’anno successivo occorre usare qualche piccolo accorgimento. Il bulbo, se acquistato a radice nuda, va invasato in un vaso che possa contenere appena l’apparato radicale, lasciando affiorare parzialmente il bulbo con il ‘naso’ fuori, anche se questa condizione non è universalmente riconosciuta come fondamentale e per la buona coltivazione. Poi va innaffiato con molta moderazione, altrimenti il  bulbo marcisce. Un classico errore è quello di innaffiare in modo progressivo allo sviluppo della vegetazione, pensando che la pianta richieda acqua.

Un errore, in quanto i bulbi acquistati hanno generalmente poche radici e spesso ormai morte e devitalizzate e la fuoriuscita di nuove radici avviene molto dopo la fioritura. In pratica questa è supportata delle riserve del bulbo, che  è incapace di assorbire acqua e nutrienti essendo sprovvisto di radici attive. Occorre dunque mantenere appena umido il substrato per tutti i mesi invernali. Non appena le temperature esterne lo consentono, il bulbo andrà coltivato all’esterno, in posizione sufficientemente soleggiata.

Il fogliame si sviluppa completamente durante l’estate, in questo periodo l’apparato radicale e si può innaffiare più spesso, e si possono fare anche delle concimazioni. Durante l’ autunno le innaffiature vanno ridotte quando il fogliame comincia ad ingiallire, fino ad indurre la pianta in totale riposo. A quel punto il vaso può essere conservato a temperature fresche durante l’inverno, oppure indotto ad una fioritura anticipata riportandolo al caldo in appartamento. E’ comunque  necessario un periodo di riposo al fresco e asciutto per alcune settimane.